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19-09-2006 --> Return to articles
La Repubblica

"IL MIO SOUL TRA NEW ORLEANS E CUBA"
Dopo cinque anni esce "Fly", il nuovo album di Zucchero

Molte le collaborazione, tra le quali quella di Brian Auger, Jovanotti e Ivano Fossati

VENEZIA- “Per difendermi dal mondo d’oggi, un mondo di arroganti e di ignoranti, mi sono creato la mia speciale nuvola d’amore: spero che mi segua sempre come faceva la nuvoletta con Fantozzi”,dice Zucchero per spiegare il sottotitolo del suo nuovo album Fly che verrà pubblicato venerdì prossimo. Il disco, che esce a cinque anni da Shake, ha infatti il lungo sottotitolo “Come possiamo volare con le aquile se siamo contornati da tacchini”. E allora tutti a chiedere a chi si riferisca il musicista emiliano, 51 anni lunedì prossimo: “I tacchini sono le persone insensibili, le palle al piede che ci impediscono di spiccare il volo. Ognuno di noi, se si guarda intorno, si scopre circondato da persone maleducate e arroganti”. Niente nomi, ma Fly, insomma, sembra un disco nato inseguendo un’armonia perduta, il sogno dell’infanzia trascorsa tra le rane e i fossi della pianura padana da contrapporre a questa realtà in cui “conta solo chi ce la fa, mentre tutti gli altri si incattiviscono”.
Zucchero è così tornato ai suoni veri, alle ballate dirette degli esordi, ha voluto intorno a sé un produttore leggendario come Don Was e un gruppo di musicisti che lo riportasse indietro alla musica che ha più amato, dai Procol Harum ai Rolling Stones, le cui tracce si ritrovano facilmente tra le canzoni dell’album. Il cast dei musicisti è straordinario, da Brian Auger, uno dei più grandi tastieristi Hammond, al batterista dei Roots AmirQuestlove Thompson, dal chitarrista Tim Pierce ai bassisti Pino Palladino e Randy Jackson: “Ho voluto che ci fosse il suono degli anni Sessanta e quello dei giovani musicisti come Questlove che rappresentano il futuro della musica soul e rhythm blues”,spiga il musicista.
Tra tante stelle straniere, Zucchero ospita anche due colleghi italiani. Con Ivano Fossati ha scritto a quattro mani il testo di “E’ delicato” una canzone dedicata a una donna che forse esiste, forse no: “E’ la donna che ognuno di noi sogna da sempre, l’unica , la tua vera metà” dice Zucchero. Con Jovanotti ha scritto invece “Troppa fedeltà”, e qui il tema dell’amore sognato si ribalta: “Non sono mai stato fedele” confessa Zucchero “e l’ho sempre dichiarato alle mie donne perché i sotterfugi del tradimento non li sopporterei. Poi però torno sempre a casa. Con Jovanotti la collaborazione è nata per caso: mi ha chiamato perché voleva assolutamente conoscere Don Was. Così l’ho invitato in studio e visto che c’era gli ho chiesto se gli andava di scrivere il testo che ancora mi mancava”. Tra i brani di questo disco c’è anche un omaggio a New Orleans, la città americana devastata dall’uragano Latrina. Si intitola “Let it shine” e nel passaggio più toccante dice “Ho visto il Mississippi muoversi come un mare e un angelo tuffarsi per non tornare”. “Non ci sono tornato dopo Latrina” dice Zucchero. “Era una seconda casa per me. Spero sinceramente che la città possa tornare come prima”.
Con “Cuba libre” Zucchero dichiara il suo amore per l’isola della rivoluzione castrista, per gli idoli inseguiti in gioventù, Che Guevara soprattutto: “Un amore che continua al di là dei comportamenti di Fidel, che sono discutibili. Amo la cultura cubana” aggiunge Zucchero “e la sua musica, e certo anche il riferimento alla marijuana andava fatto. Da anni volevo scrivere una canzone su Cuba, con tutti i doppisensi del caso”.

dal nostro inviato Carlo Moretti