Resto Del Carlino
I SESSANTA E CUBA: BAILANDO SOTTO UN CIELO PADANO
ZUCCHERO RUSPANTE. Di canna. Quella spremuta per una sferzata di energia. Negli undici inediti di “Fly” c’è poi il blues, anche quello bianco alla Creedence e il gioco di parole di “Bacco perbacco”. Ma anche una tremula chitarra tex-mex alla Los Lobos e frasi senza tempo come “il tuo cervello non pesa un chilo”. Produce Don Was, suonano Brian Auger, Jim Keltner, Rendy Jackson, Michael Landau, Lenny Castro, Pino Palladino, Matt Chamberlein. Sicchè la musica non ha un pelo fuori posto. Poi lui ci mette del suo.
La vena gonfia di melodia in “Occhi”. Ma sotto il grande cielo il panorama è padano, “come il grano in mano al vento”. La canzone per il figlio Blu ha un andamento bachiano, mentre le idee si allagano di sentimento del cuore.
IL SENSO degli anni Sessanta, California Dreamin’ e Frisco, suoni vintage e un po’ di Romagna: “Mi piace la lasagna e poi mi piaci tu, un po’ di marijuana sotto il cielo blu”. Sognando un Cuba Libre e La Habana, bailando salsa e flamenco. Di certo il modo di scrivere si ferma ai Settanta e al formato canzone, anche quando il co-autore è Ivano Fossati. E di fronte al linguaggio impercettibilmente “alto” ma popolare, Zucchero non si sconfonde come “un cuore sparpagliato”. E si specchia in un amore assoluto e un “sogno amaranto”.
MUSICA in quartetto di corde, acustiche, elettriche, di pancia. Un hamond che si distrae e diventa bachiano. “Come da bambino, figlio di comunisti, andavo a servir messa in parrocchia per suonare l’organo in chiesa”. Azzurra è la luce di “L’amore è nell’aria”, ancora una ballad dall’andamento piano e padano. Sdraiata su un prato a bersi,con gli occhi, il cielo. Un riff alla Stone, un colpo di vita di blues rock porco e latino, “pronto” per il video tormentone da classifica. “Miralo che bueno il paradiso…ma dove stà?”. Il resto è un po’ alla Ferrer. Ironico e goliardico. Coi musulmani, imprudente. Degli urlacci r’n’b, quello veri, non vi ho dato conto. Ma Adelmo Fornaciari ha un grande senso della notizia e si tuffa dove il Mississippi è più torbido e forte il dolore dell’anima blues. Rischia, cantando di Latrina, ma l’amore per New Orleans è vero. Jovanotti mette le mani e impasta “Troppa fedeltà” quella che uccide. Trasgressione dialettica e preghiera laica per una “Madonna vera”. Sull’arpeggio neoromantico del pianoforte, Sugar spiazza tutti con “E di grazia plena”.
di Marco Mangiarotti
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