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19-09-2006 --> Return to articles
La Gazzetta Di Parma

IL ROMANTICO VOLO DI ZUCCHERO
"A volte l'umanità mi fa paura". Omaggi a Cuba e New Orleans

Nei negozi da venrdi “Fly”: due brani scritti con Fossati e Jovanotti

VENEZIA – Tre accordi e un emozione. Il segreto della canzone sta in quella formuletta che Zucchero prova fare sua tra i solchi del nuovissimo album Fly (nei negozi da venerdì) e racchiuderla in undici brani di buona fattura messi a nudo ieri pomeriggio tra gli affreschi e i cristalli di Palazzo Vendramin, a Venezia. Tra le “anime luccicanti” di E di grazia plena e il “poroporoponponpero” di Un kilo, tra i “sogni amaranto” della E’ delicato composta a quattro mani con Ivano Fossati e l’”azzurra poesia” de L’amore è nell’aria, questa nuova fatica formato cd del soulman di Roncocesi prova a raccontarlo da un’altra angolazione. E così fa pure Troppa fedeltà, scritta a quattro mani con Jovanotti.
A dispetto del singolo apripista Bacco perbacco, in questo suo decimo cd d’inediti, il quattordicesimo della sua discografia, Zucchero – che venerdì sarà ospite a “Miss Italia” – prova a mostrarsi meno sanguigno e più riflessivo che in passato, meno votato alla regola del blues tutto muscoli e sudore e più a quella della ballata romantica, come suggeriscono Occhi, Quanti anni ho, E’ delicato, L’amore è nell’aria, o dai risvolti gospel come nel caso di Let it shine. Il tutto senza disdegnare un tocco di classicismo nella conclusiva E di grazia plena. La produzione è doc: Don Was. E tra i session men impegnati figurano nomi altisonanti del rock made in Usa quali Kenny Aronoff, Randy Jackson, Pino Palladino, Weddy Wachtel e Jim Keltner.
Zucchero, la versione internazionale di questo disco conterrà pure una cover di “A salty dog” dei Procol Harum.
“Nell’edizione italiana non l’ho messa perché dopo cinque anni di silenzio colevo dare alle stampe un disco completamente di inediti. Però ci sono al mondo almeno due canzoni che avrei voluti scrivere io: una è Everybody’s got to learn sometime dei Korgis e l’altra proprio questo brano di Gary Brooker e compagni. Prima in ZU & COmpany e ora in Fly ho appagato questo mio desiderio. Nel novero ci sarebbe pure Immagine di John Lennon, me è un po’ distante dalle mie corde”.
”Let it shine” è dedicata invece a New Orleans ferita dall’uragano Katarina.
“Non sono tornato in città dopo la sciagura. Però so che non c’è più la casa di Daniel Lanosi né lo studio dove ho registrato Spirito DiVino; insomma l’uragano s’è portato via anche un po’ del mio passato. Nonostante si sia fatto paco per risollevare quella città, nella canzone ho voluto mettere lo stesso un filo di speranza dicendo che l’amore saprà riscattarla”.
”Cuba libre” parla della perla dei Carabi.
“Sono innamorato di quel paese. E questo al di là degli atteggiamenti alquanto discutibili di Fidel. Per tutta la mia generazione la rivoluzione cubana ha rappresentato l’utopia, il miraggio di un mondo più libero e più giusto. E poi quel Paese ha un senso culturale profondo, che trovi nelle persone e nella gente”.
Nel brano “Pronto” dice di aver paura “degli inglesi e degli italiani, dei musulmani e anche dei cristiani”.
“E’ l’umanità che a volte mi fa paura, nella sua totalità, senza distinzioni di razza né di religione”. Porterà queste canzoni in tour?
“Sì, da metà febbraio. Ho in programma un tour europeo da portare al debutto all’Hallenstadion di Zurigo o all’Olympia di Parigi. Sto facendo il casting; col tastierista Luciano Luisi ci siamo lasciati dopo vent’anni ed ora devo trovarmi un nuovo direttore musicale”.
Cosa pensa del fatto che le sue canzoni verranno vendute “on line”?
“Non ne sono felicissimo. La rete mi smbra una grande salumeria, che ti permette di fare la tua compilation, ma toglie al disco la sua identità. L’album vive sull’idea attorno a cui è stato costruito e attorno a cui ruotano tutte le canzoni che lo compongono. Smembrarlo è sbagliato”.

Paride Sannelli