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05-05-2007 --> Return to articles
Resto Del Carlino

ZUCCHERO "SONO IL RE"
"In Italia, io, Vasco ed Eros: tutto il resto è surrogato"

E' una notte "di tequila bum bum" ebbra e sensuale quella che arrovella lo spettacolo portato al debutto l'altra sera da Zucchero all'Olympia di Parigi per giocare con la Lousiana da cartolina delle sue canzoni. Dietro a un sipario di cellophane l'uomo di "Baila" prova a farsi re, adagiando la sua sana e consapevole libidine su un trono tribale per traversare l'orizzonte di "Dune Mosse", la complicità di "Occhi" e "Quanti Anni Ho". Giusto un pugno di ballate prima di scatenare lo scompiglio nella sala di Charles Trenet ed Edith Piaf con "Bacco Perbacco" al calor bianco e la valentia strumentale di cinque musicisti travistiti da marchin' band. L'abbandono del tastierista Luciano Luisi ha costretto Zucchero a rivoluzionare le cue scelte musicali richiamando in servizio permanente effettivo alle testiere il grande David Sancious, ex colonna della E-Street Band di Springsteen oltre che sodale negli anni dei vari Gabriel, Santana, Sting, Clapton, e ingaggiando Kat Dyson, già chitarra ritmica di Prince (New Power Generation). Il resto non è da meno, grazie alla chitarra di Mario Schilirò, al basso di Polo Jones, alla batteria di Adriano Molinari, alla voce sicura di Sara Grimaldi.
Un'enorme riproduzione del moscone geneticamente modificato che campeggia sulla copertina dell'ultimo album "FLY", un milione di copie già vendute in tutto il mondo, veglia dell'alto su quella scena che saccheggia dalle botteghe di New Orleans vecchi grammofoni e lampadare di cristallo, oltre a un organo da chiesa che staglia la sua mole sul fondale di lamiere e manifesti strappati, Il suono "vintage" di "FLY" pervade così vecchio e nuovo repertorio, sfogliando una dopo l'altra "Il Volo", "Overdose (D'Amore", "Con Le Mani", "Diavolo In Me", e su su fino a "Madre Dolcissima", duettata nella replica di irei con sua maestà Johnny Hallyday, "Senza Una Donna", "Per Cola Di Chi". Dopo anni di ostentata indifferenza, Adelmo da Roncocese riscopre le fascinazioni di "Miserere" con una ballad dalle sue, "It's All Right", e quella "L'Urlo" edulcorata dei suoi contenuti più provocatori. "Il testo de "L'Urlo" - dice Zucchero - ha sempre suonato eccessivo pure per me che sono abituato a far discutere. Ricordo ancora la telefonata di Vasco che mi disse "Tu devi scrivermi le canzoni, ma le parole no, a quelle è meglio che ci pensi io". Effettivamente l'attacco di quel brano conteneva una forzatura. E' che al tempo mi feci suggestionare da Fabrizio De Andrè, che in "Un Giudice" aveva usato la stessa espressione, ma in un contesto più poetico del mio. A farmela recuperare è stata soprattutto la presenza dell'organo. Perchè in questo momento sono entusiasta dell'hammond e lo metterei ovunque, perfino nell'insalata". Il "FLY WORLD TOUR" terrà Zucchero in tour per centottanta sere ma approderà in Italia solo fra un mese, Arena Civica di Milano dal 7 al 9 giugno, all'Anfiteatro di Alghero il 16 giugno, al Teatro Romano di Cagliari il 17 e 18 giugno al Teatro Antico di Taormina l'11 luglio, al Teatro della Valle Dei Templi di Agrigento il 13 e 14 luglio, all'Arena di Verona il 22, 23 settembre, dove verrà girato pure un dvd. "Non è escluso che possa avere anche degli ospiti, magari una superband da affiancare a quella che mi accompagna abitualmente, siccome soognare non è reato dico: Sheila E alle percussioni, Jeff Beck alla chitarra, Patti LaBelle e Chaka Kahn ai cori, Steve Winwood e Brian Auger alle tastiere, dove non disdegnerei nemmeno Jean Pearl, prodigioso sedicenne di New Orleans". Probabile pure la presenza, sempre in Arena, alla finalissima di Festivalbar.
Aperto dalla filgia Irene Fornaciari, lo spettacolo di Zucchero verrà trasmesso sul telefonino entro l'autunno nell'ambito del progetto Music Zero Limits. "Intanto in giugno l'emittente via cavo americana Pbs trasmetterà il concerto alla Royal Albert Hall di tre anni fa con Eric Clapton, Luciano Pavarotti, Bryan May e tanti altri ancora. Sarà un'occasione d'oro per farmi conosce, anche da quelli che ancora non hanno avuto contatti con la mia musica. Intanto mi godo l'Europa, ho aperto il cammino proprio all'Olympia perchè è un tempio della canzone e perchè la Francia dopo l'Italia e la Svizzera, è stata la prima ad amare la mia musica totalmente, e non solo per le ballate come fanno invece in Germania o in Belgio. Attorno a lui "Delmo" vede pochi rivali. "In Italia io sono il re del blues, come Vasco è il re del rock ed Eros Ramazzotti il re del pop; tutto quello che è venuto dopo è solo surrogato. Con Rossi c'è grandissima stima. Una volta mi ha scritto perfino un testo, ma era composto solo da tre parlo e sono stato costretto ad abbandonarlo". Un languore gliel'ha lasciato Mina. "Da ragazzo scrissi un pezzo per lei, ma me lo rifiutò per otto anni di seguito. Peccato, perchè era "Diamante" e quando l'ho inciso con le parole di De Gregori è diventato un grande successo".
Andrea Spinelli