La Repubblica
ZUCCHERO TORNA A CASA INSIEME A TANTI AMICI DA GUCCINI A BONO
”Nel mio album scopro le radici tolleranti”
BRESCELLO (Reggio Emilia) C’è un brano scritto a quattro mani con Francesco Guccini, c’è la rinnovata collaborazione con Bono per la versione inglese di una delle nuove canzoni, c’è la magia dei cori dell’ex Beach Boys Brian Wilson per il pezzo che dà il titolo all’album. Sono solo alcuni degli amici che Zucchero ha coinvolto in Chocabeck, in uscita mercoledì. Sempre più impegnato nella ricerca delle sue radici, tanto da averne fatto l’oggetto dell’intero lavoro (il titolo è una parola in dialetto), per presentare il nuovo disco Zucchero ha scelto il paese dei film di Peppone e Don Camillo, Brescello. Undici canzoni per tornare indietro nel tempo, alla sua infanzia fatta di fossi e rane, di liti tra lo zio marxista che tutti chiamavano “Guerra” e il prete del paese, “Don Tagliatella”, e alla pace fatta a tavola alla domenica, proprio come accadeva ai personaggi dei romanzi di Guareschi. A 40 chilometri da qui, sempre in bassa padana, c’è Roncocesi dove Zucchero è nato 55 anni fa, «ma ormai il mio paese s’è ridotto a periferia di Reggio Emilia, non rimane più nulla della sua vecchia atmosfera». Ecco allora l’esigenza di crearsi un paese immaginario da portare ovunque nel mondo, «per pensarci quando vado in giro e ho bisogno di tornare a immagini piacevoli e genuine».
Chocabeck non è solo un album a tratti dolcemente nostalgico, è piuttosto ciò che si protrebbe definire un disco “global”, visto il respiro internazionale e la partecipazione di ospiti di rilievo, a cominciare da Bono e Brian Wilson, Jon Hopkins alle tastiere e Davide Rossi agli archi, come dire un pezzo del successo dei Coldplay. Un disco che segna anche un cambio di suono per Zucchero: tanti archi, corni inglesi e francesi al posto dei fiati, niente batteria ma solo percussioni, zero basso tradizionale, insomma poco Rhythm and blues. «Ho voluto sperimentare, piuttosto che fare una copia carbone dei miei successi. E ho ambientato la storia in questo paesino immaginario» spiega Zucchero, «perché è l’album delle mie radici, un tempo in cui c’era più tolleranza, serenità, meno arroganza e più voglia di divertirsi». Prodotto da Brendano O’Brien e Don Was, da anni al fianco dei Rolling Stones, l’album si apre con Un Soffio Caldo, il pezzo scritto con Guccini: «È una canzone sulla mancanza di libertà di questi nostri giorni, sulla falsa libertà che ci è concessa. Conosco Francesco da anni, sua madre era una mia grande fan e mi chiedeva sempre di fare qualcosa con lui. Sono cresciuto con la sua musica, è il poeta che mi ha indicato la strada. La nostra amicizia è fatta di serate con la chitarra a suonare canzoni argentine. Poi un giorno gli ho chiesto se avrebbe scritto un testo per me: “Se non va bene, però, buttalo” mi ha detto. Ci ha messo un po’, ma il testo è prefetto». Bono ha scritto le parole per la versione inglese del brano Il Suono Della Domenica, uscirà da noi in versione digitale e su cd nel mercato internazionale: «Quando l’ha sentita cantata da me ha alzato lo sguardo e l’ho visto che piangeva di commozione».
dal nostro inviato Carlo Moretti
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