La Stampa
ZUCCHERO D'ESTATE E' UNA BIBITA FRESCA
"Nella musica italiana siamo tre: Vasco è rock il blues sono io, il pop è Eros. Il resto è surrogato"
Storditi, stonati, nervosi? Prenotatevi per uno dei concerti di Zucchero in arrivo. E' un tiramisù assicurato, due ore di scanzonata allegria in una accuratissima scaletta che alterna spensieratezze da saltellare, e ballads struggenti che attraversano nel mood la storia di certa musica popolare americana.
C'è sempre un po' di pregiudizio intorno al mondo del soulman della Bassa, per via di assonanze e intemperanze che ne hanno costellato la carriera: in realtà gli va riconosciuta la capacità di intrattenere, senza atteggiamenti pensosi, sempre in un clima musicale di buona qualità e fattura. Lui di esser bravo lo sa, e al termine del debutto del Fly Tour, l'altra sera a Parigi, se n'è uscito (ma i media lo solleticavano) in una di quelle frasi che faranno discutere: "La musica italiana siamo in tre: Vasco è il rock, il blues sono io, il pop è Eros. Tutto il resto è surrogato".
Zucchero va preso così, come una bibita fresca d'estate. E così lo hanno preso i parigini e gli italiani che - in questo inizio di un giro che toccherà tutto il mondo in 180 concerti - hanno riempito i 2.500 posti dell'Olympia, in un clima torrido dentro e fuori lo storico teatro. Tutti in piedi spesso, fra grandi movimenti di bacino negli stretti corridoi, e se a qualcuno è toccato il vicino grasso, pazienza.
Preceduto dalla figlia Irene come supporter, al suo primo disco e molto garbata e professionale in un pugno di canzoni che recano l'inconfondibile marchio di papà, l'Uomo appare imbracciando la chitarra, seduto su una poltrona di velluto rosso e oro, che fa tanto trono e ricorda le scintillanti cialtronate scenografiche di Solomon Burke. Quello è il suo mondo, impregnato di ritmo e di soul, dentro il quale s'insinuano poi vari elementi: il gusto tutto italiano della melodia che rende le sue canzoni corali, e poi di volta in volta in mondi che arrivano ad appassionarlo. Questa volta, per il disco FLY (un milione di copie ventue in Europa, e di imminente uscita in America) siamo sul vintage: Anni sessanta, psichedelia, Procol Harum, organo Hammond. Sul palco, con una bella scenografia che sembra un angolo della sua casa di Pontremoli con tanto di lampadari a goccia, non c'è strumentazione elettronica: non un auricolare, e anzi la batteria è sormontata da un enorme impianto a canne d'organo. All'Hammond e al piano c'è una certezza, David Sancious, i cui mirabili ceselli s'intrecciano con le chitarre di Mario Schilirò e della nera Kat Dyson, che sudano in giubbe d'epoca.
Si parte con un vecchio gioiellino, Dune Mosse, ma poi segue FLY, quasi per intero, compresa Un Kilo che è il prossimo singolo. S'è sentito anzi dire che era una invettiva contro il suo (e non solo suo) spettro personale, Vasco: è così? "Ci sono anch'io che fumo le Lucky Strike, e proprio a me dico "Il tuo cervello non pesa un chilo": è come una scrollata che mi do quando le cose non vanno. Con Vaso siamo amici, mi telefona alle 4 del mattino. Diciamo sempre: facciamo qualcosa insieme, però non succede mai. Gli ho chiesto un testo, ma erano 3 parole che si ripetevano, e io cerco testi più eleborati. Tutti, sa, scrivono e riscrivono, da Bono a Costello. Per Diamante, che Mina non volle, alla fine ho chiesto il testo a De Gregori e me la sono cantata io, e la canzone è decollata. Certo con Vasco un po' di antagonismo esiste: ma cosa c'è il più bello di un sano antagonismo che ci permette di migliorare?".
Il Volo, che piace molto ai francesi ("quelli che più apprezzano la mia musica, con italiani e svizzeri") apre la seconda parte della serata, poi c'è il via alla prima ondata di ritmo: Baila, Overdose, Il Mare; breve intermezzo di ballads, che anche la cover di A Saldy Dog dei Procol Harum ("la miglior canzone psichedelica") e poi sotto con gli ultimi salti: Con Le Mani, Solo Una Sana, Diavolo In Me, e finalissima sul gallo di Per Colpa Di Chi. Mescolando ringraziamenti in italiano (molto) e francese (poco) il concerto si chiude con You're So Beautiful di Joe Cocker, suo primo sponsor internazionale. Trionfo anche ieri sera, all'Olypia, dove Zucchero aspettava Johnny Hallyday.
Il tour italiano: Milano 7-9 giugno, Alghero 16, Cagliari 17-18, Taormina 11 luglio, Agrigento 13-14, Verona Arena 21-22 settembre.
Marinella Venegoni
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