QN - QUOTIDIANO NAZIONALE
ZUCCHERO, VOGLIA DI AMARE. E DI VOLARE
Esce l’attesissimo “Fly”, il nuovo album di inediti pieno di sentimento
Venezia - Aquila o tacchino? Zucchero (nelle foto) se lo chiede nei saloni di Palazzo Vendramin rigirando tra le mani il nuovo cd “Fly” sul mercato da venerdì prossimo, mentre Venezia è stretta tra gli echi di un pigro lunedì di fine estate.
Lo spirito di Wagner che aleggia per le stanze del piano signorile, le parole di D’Annunzio scolpite sul muro che guarda il Canal Grande, fanno infatti da cornice al lancio di questa sua nuova fatica formato cd, prodotta da quel semidio della consolle che è Don Was (Bob Dylan, Rolling Stones, Bob Seger, Jackson Brown e tanti altri ancora) e accompagnata dalla salace ironia di un sottotitolo tipo vecchia fattoria quale “come possiamo volare con le aquile se siamo contornati da tacchini”.
“Ciascuno di noi ha qualcosa o qualcuno che lo tiene a terra come una zavorra”, spiega il soulman di Roncocesi ribaltando a suo modo il messaggio del bestseller “Messaggio per un’aquila che si crede un pollo” del gesuita Anthony De Mello. “In questo nostro mondo ormai c’è così poca armonia che mi sono costruito una mia nuvoletta di amore e di ottimismo perché mi segua ovunque vado come quella di Fantozzi”.
Perché un disco di sentimenti?
“Perché come diceva Curtis Mayfield, “se passa il treno dell’amore, io ci salto sopra”. Bisogna stare all’erta con la valigia sempre pronta. D’altronde è proprio l’amore a farci sopportare l’invadenza dei tacchini”.
Venerdì sera presenterà il singolo “Bacco perbacco” davanti alle telecamere di Miss Italia, ma poi ci sarà un tour?
“Sì, da metà febbraio. Debutteremo all’Hallenstadion di Zurigo o all’Olympia di Parigi. Sto facendo il casting proprio in questi giorni. Dopo vent’anni di collaborazione, mi sono visto costretto a rinunciare al tastierista Luciano Luisi e quindi ora devo trovarmi un nuovo direttore musicale.
Nella versione internazionale di “Fly” c’è pure una cover di “A Salty Dog” dei Procol Harum. Perché non l’ha messa in quella italiana?
“Perché dopo cinque anni di silenzio volevo pubblicare un cd interamente di inediti. Al mondo ci sono almeno due canzoni che avrei voluto scrivere io: una è “Everybody’s got to learn sometimes” dei Korgis e l’altra proprio questo brano di Gary Brooker e compagni. Prima in “Zucchero & Co” ora in “Fly” ho appagato questo mio desiderio trasformando “Everybody’s got to lesrn sometimes” in “Indaco dagli occhi del cielo” e “A salty dog” in “Nel così blu”. Nel novero delle amatissime ci sarebbe anche “Immagine” di John Lennon, ma è un po’ troppo distante dalle mie corde”.
“Let it shine” è dedicata a New Orleans.
“L’ho scritta perchè l’uragano Katrina con le sue devastazioni si è portato via anche un po’ del mio passato. Non c’è più la casa di Daniel Lanosi né lo studio dove ho registrato “Spirito DiVino”. Nonostante si sia fatto poco per risollevare quella città, nella canzone ho voluto mettere lo stesso un filo di speranza dicendo che l’amore saprà riscattarla”.
Nel brano “Pronto” dice di aver paura “degli inglesi e degli italiani, dei mussulmani e anche dei cristiani”.
“E’ l’umanità che a volte mi fa paura, nella sua totalità, senza distinzioni di razza né di religione”.
“Cuba libre” si aggira con ironia tra storia e leggenda.
“Sono innamorato di Cuba e dei cubani. E questo al di là degli atteggiamenti alquanto discutibili di Fidel. Per tutta la mia generazione la rivoluzione di quel paese ha rappresentato l’utopia, il miraggio di un mondo più libero e più giusto. E poi l’Isla grande ha un senso culturale profondo, che trovi nelle cose e nella gente”.
Intanto Laura Pausini e Johnny Hallyday dettano la sua (e di Gino Paoli) “Come il sole all’improvviso” nel nuovo album della cantante di Solarolo.
“E’ una cosa che mi fa molto piacere di cui ringrazio Laura. Al cinema ho sentito un pezzo di quel brano, cantato dalla sola Pausini, nel trailer del film “Salvatore - Questa è la mia vita” e mi è sembrata un’esecuzione maiuscola. Sono contento che la canti con Hallyday con cui, al tempo, avevo già dettato “Madre dolcissima” per la versione francese del mio “Best of” e che s’è rivelato essere un vero amico quando si è presentato a cantarla a sorpresa ad un mio show parigino”.
di ANDREA SPINELLI
|