La Stampa
MARIJUANA LASAGNE & TANTO BLUES
Esce "Fly", il nuovo album del cantautore che guarda ai ritmi del suo passato e collabora con Fossati e Jovanotti
“Fly”, ovvero “Come possiamo volare con le aquile se siamo contornati da tacchini”. Il lungo sottotitolo del nuovo album di Zucchero evoca la fortunata invenzione di “Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione Cattolica” ma le assonanze finiscono lì. E forse lo spirito che oggi pervade il soulman della Bassa Padana si capisce meglio qui, quietamente accomodati con lui sotto il portico odoroso di silenzio della sua tenuta fra le colline della Lunigiana popolata di mucche, maiali e (appunto) tacchini, che non fra gli ori del palazzo veneziano dove ieri c’è stata la presentazione ufficiale dell’album, in attesa della partenza per la finale di Miss Italia. Per raccontare un mondo dove la speranza è al lumicino, Zucchero diventa vintage. Torna alle sonorità di un’epoca di vitalità e ottimismo ruspante, gli interi Sessanta della Californi: Mama’s & Papa’s, Vanilla Fudge, Creedence Clearwater Revival (al loro Born on the Bayou è chiaramente ispirato il singolo Bacco Perbacco), giù giù fino ai Procol Harum, dei quali rispolvera il leggendario organo Hammond che ha imparato a suonare.
Come spesso accade con lui, ci sarà la rincorsa alle assonanze a brani, celebri e non, che qui sembrano citati apertamente, in un sogno di purezza che gli ha fatto ripudiare ogni strumento elettronico. In un disco divertente e frizzante ma venato di nostalgia malinconica, cantato benissimo, svetta l’assonanza con le atmosfere di California Dreamin’ nella maliziosa e trascinante Cuba Libre, dove Zucchero ribadisce la propria passione politica per il Che, e finisce per ripudiare San Francisco in favore dell’Havana, della lasagna e della marijuana. Due le collaborazioni autorevoli nei testi: di Ivano Fossati nella delicata ballad E’ delicato, e di Jovanotti che curiosamente si produce in un elogio del tradimento in Troppa fedeltà. fra i pezzi lenti svetta la battistiana Occhi, ed è divertente Un kilo che sembra un omaggio a Vasco; all’infinito elenco dei brani scritti dai padri per i figli si aggiunge ora Quanti anni ho, dedicata all’ultimogenito Blu di 8 anni.
Zucchero ha registrato gli 11 brani a Los Angeles, con la produzione di Don Was, un mago di studio che ha lavorato con Dylan & affini, e che gli ha creato per ogni singola canzone un parterre di illustri musicisti: tra gli altri, Brian Auger all’Hammond, Pino Palladino e Randy Jackson al basso, Michael Landau alla chitarra. Zucchero stesso si impegna in numerosi strumenti.
Caro Zucchero, dove vuole volare fra aquile e tacchini?
“L’amore manca completamente nel mondo, la solidarietà è inesistente, impèrano la violenza e la maleducazione. Io invece ho bisogno di sentire amore e pulizia, quindi ho toccato molto questi argomenti. Quando sembra che parli di una donna, in realtà ho sempre in mente la speranza, ma come dico nel testo di Pronto oggi ho paura di tutti, dei cristiani come dei musulmani”.
Musicalmente, che epoca “zuccheristica” stiamo attraversando?
“Direi che qui c’è lo stesso spirito di Blue’s e di Oro e incenso… Ho sempre cercato di far dischi non con la carta carbone, dunque rischiando. Avevo 30 canzoni, e spesso mi succede di riuscire a valutarle: pensi che all’epoca non volevo metter nel disco Senza una donna, e non volevo proprio fare Miserere. Qui ho cercato suoni volutamente umani, niente elettronica, e solo strumenti vintage: veramente, è un vintage moderno, e poi Was ha cercato i musicisti adatti per ogni brano, non ho mai avuto così tanti big”.
Perché Fossati e Jovanotti come coautori?
“Fossati abita a 40 minuti da qui. L’avevo chiamato per fargli i complimenti per L’Arcangelo, è venuto a pranzo, è nato un amore e un rispetto. Gli ho fatto sentire i brani, ha scelto lui quello che poi è diventato E’ delicato. Invece Jovanotti è venuto a Bolgheri dov’ero con Don Was, perché voleva conoscerlo, e ho chiesto un testo anche a lui”.
Tour?
“Credo che partirò in febbraio, probabilmente da Parigi. Il disco esce in tutto il mondo in tre versioni, italiano inglese e spagnolo, e sarà un tour mondiale, che durerà un anno”.
inviata a Pontremoli: Marinella Venegoni
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