Donna Moderna- 08 Febbraio 2002

ZUCCHERO A VOLONTA'

Incontri ravvicinati con il pubblico. A base di musica e di energia allo stato puro. Li promette la rockstar, alla vigilia di una lunga turnée in giro per l'Europa

Dopo aver venduto oltre mezzo milione di copie con l'ultimo album Shake, Zucchero e il suo rock dipinto di blues stanno per andare alla conquista dell'Europa. «Nel nuovo tour punterò molto meno sugli effetti speciali e molto piu sugli arrangiamenti» ci dice Sugar Fornaciari. «E questo grazie anche alla straordinaria qualità degli strumentisti che mi accompagneranno».

Come definirebbe il suo spettacolo?
«Musica, musica e ancora musica. Oltre due ore tirate tra rock e blues, tra giochi di luce e tanta energia da trasmettere. Credo sia necessario un ritorno all'essenzialità. Meno fronzoli e piu concretezza per essere piu vicino al pubblico. Alla fine ci troveremo tutti uniti in un grande abbraccio virtuale. Non voglio anticipare come, ma vedrete sarà una cosa forte».

Lei ha abituato i suoi fan alle sorprese.
«E i colpi di scena non mancheranno nemmeno questa volta. La scaletta cambierà ogni sera e verrà decisa di giorno in giorno in base all'umore e agli ospiti. Di conseguenza una serata non sarà mai uguale a un'altra».

Magnifico. Ma ci dia almeno qualche punto di riferimento.
«Ovviamente ci saranno tutte le canzoni dell'ultimo album. E poi, per la prima volta proporrò dal vivo Ho visto Nina volare di Fabrizio De Andrè. E' il brano che ho anche pubblicato nel mio singolo Dindondio, i cui proventi andranno a Emergency».



A proposito di ospiti, che anticipazioni ci puo fare?
«Non è un mistero che sono innamorato delle voci nere, quindi non potevo non chiamare al mio fianco,per duettare con loro, le due piu recenti e straordinarie scoperte della musica black: Anastacia e Macy Gray».


Che effetto le fa passare quasi quattro mesi a spasso per l'Europa?
«Ottimo. Penso che la musica sia il modo migliore di abbattere ogni confine da sempre, ossia da quando mi esibivo con artisti come Joe Cocker o Paul Young. Così in questa Europa sempre piu unita e sempre piu multietnica, mi sento a casa mia».


Paolo Grugni

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