Il Gazzettino
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IL
GAZZETTINO - Mercoledì 13 Febbraio 2002
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Il musicista ha aperto a Zurigo il suo tour mondiale che toccherà Verona il 27 febbraio e Treviso l’1 e il 2 marzo Zucchero, "overdose" di musica e vita I suoi hit, il nuovo album "Shake" e finale a sorpresa con Paul Young in "Senza una donna" |
Giò Alajmo
inviata a Zurigo John Lee Hooker se ne andò per sempre poche settimane dopo avergli lasciato una frase per "Ali d'oro". Rufus Thomas - leggendario interprete di "Funky Chicken" - lo ha seguito poche settimane dopo. «Che dire - commenta Zucchero, che da Rufus ha mutuato l'idea del "Funky gallo" diventato suo simbolo e intestazione della fanzine - purtroppo a una certa età le persone muoiono, ma se potessi scegliere mi piacerebbe farlo così, come loro, a oltre ottant'anni su un palco. Io voglio morire su un palcoscenico, o facendo l'amore». All'Hallenstadion di Zurigo, velodromo coperto e smontabile, pieno di ben 13mila fan entusiasti, Zucchero Fornaciari ha aperto lunedì sera il suo tour mondiale al seguito dell'ultimo album "Shake" in parte registrato del Delta del Po, agli Umbi Studios di Canaro, nel rodigino. Un successo, completato dall'apparizione a sorpresa di Paul Young nel finale per un improvvisato duetto in "Senza una donna". Palcoscenico essenziale, libero e bianco con amplificazione sospesa e pedane rotonde piene di faretti alla base alla maniera delle scenografie dei tv show americani anni Sessanta, una pedana a ferro di cavallo che penetra tra la folla e un gradino a fine palco che ospita un lungo display a led rossi per scritte scorrevoli: il progetto "live" di Zucchero comincia da qui. E prosegue ridisegnando le canzoni dell'ultimo album e gran parte di quelle di repertorio depurandole di fiati, assoli, stereotipi rock per tornare a comunicare "con lo stomaco", visceralmente, profondendo "sangue sudore e lacrime": «Soprattutto sudore - dice - io sono uno che suda moltissimo, perché credo di dare moltissimo. Di me magari non si dirà che sono stato un genio o un innovatore, ma sicuramente che sono stato un grande macchinista, che ho sudato e mi sono divertito. Sono un manovale della musica. Non mi risparmio». E a divertirsi è anche la gente, perché questo è
uno spettacolo di grande efficacia, sanguigno, che trascina e smuove.
Zucchero se lo gioca sul ritmo e sulle voci riempiendolo di coloriture
soul, un bel miscuglio di Stax e Motown filtrato con gusto mediterraneo. Con
una band che ormai lo capisce al volo e che entra in scena alla spicciolata
ognuno annunciato dal proprio nome sui due schermi tv sul fondale, |
Luciano Luisi alle tastiere (fra cui finalmente un Hammond vero), Mario Schillirò chitarra, Polo Jones basso, Zac Alford batteria , James Thompson sax e le due immense coriste nere Lisa Hunt e Elaine Jackson, Zucchero sforna subito otto brani da "Shake" in apertura, "Sento le campane", "Music in me", "Porca l'oca" andando a smuovere la folla sulla pedana a ferro di cavallo e ricevendo in cambio un enorme cane di peluche. Passa "Ali d'oro" con voce e le foto di John Lee Hooker, bluesman leggendario, e il piano dominante di "Dindondio" fra immagini di angeli liberty e fette di cocomero sugli schermi. "Rossa mela della sera" fa da preludio a "Baila" e a "Ahum" che gli hanno fruttato per la prima volta un posto in alta classifica anche in Spagna: «Sono rimasto sorpreso. Gli spagnoli - commenta - sono un popolo un po' "basico". Le loro canzoni in fondo dicono solo "mi manchi", "muoio", "senza te non vivo" a parte Manuel Serrat. Per questo certi italiani lì funzionano. Adesso forse hanno scoperto che c'è altra musica che arriva dall'Italia, ma ci hanno messo un po'. L'unica volta che suonai a Madrid, nel '98 al Riviera Club, ci saranno state 19 persone in tutto! Ma abbiamo suonato lo stesso» La seconda metà del concerto recupera molti dei suoi classici riarrangiati, da "Overdose d'amore" a "Pompa", "Dune mosse", "Diamante", "Il volo" e una "Con le mani" completamente rivista: «Ero stufo, e ne ho fatto un pezzo alla Cream, alla Blind Faith, ritmica e voci, ipnotica. Ho tolto i fiati perché mi sanno di vecchio, come gli assoli di chitarra. Preferisco le voci. E ho cercato di dare a tutti i brani, vecchi e nuovi, una nuova stesura musicale che li rendesse omogenei, come fossero parte di uno stesso disco. Ci sono meno fronzoli e semmai alcuni campionamenti che però vanno messi nel modo giusto e nel momento giusto. Saranno lo stimolo della musica futura purché non siano troppo spudorati o kitsch. A me dicono che faccio blues, ma i giovani in realtà non sanno più cosa sia, e magari se prendi un "campione" di John Lee Hooker, di Elmore James, magari glielo fai scoprire. Io sono un Bignami della musica!» Il concerto è liberatorio, quasi un esorcismo dopo un periodo di tristezze, la morte del padre, la recente comparsa della madre. La musica è vita e viene usata come tale. "Solo una sana e consapevole libidine" è suggerita alla folla con il testo che compare sul display a suggerire il karaoke. "Diavolo in me" continua a trascinare e "Shake" completa
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il quadro con "Sugar" a danzare fra le sue coriste. "Scintille" precede l'ingresso di Paul Young, una festosa "X colpa di chi" e ancora, sulla passerelle, a due chitarre acustiche «una canzone d'amore che ho scritto per il mio cane assieme a Francesco de Gregori"». E il testo di Tobia scorre sullo schermo fino al ritornello "I need somebody to love", vagamente Queen, ribadito con la folla. «Il blues non morirà mai!», urla. Zurigo gli porta fortuna. La Svizzera fu il primo paese estero ad accoglierlo in carriera. «Mi vogliono bene. Una volta qui a Zurigo svenni dopo tre canzoni. Il principe di Savoia, Emanuele Filiberto - racconta - mi fece mangiare la fonduta senza dirmi che dovevo bere vino e non birra. Mi venne una pancia gonfia così, cominciai a sudare e dopo tre pezzi crollai. La gente dovette tornare a casa, ma poi vennero di nuovo dopo un mese, come non fosse successo niente». Cosa pensi del ritorno dei Savoia in Italia? Da stasera al 9 marzo lo
spettacolo girerà l'Italia (oggi l'esordio al palasport di Montichiari,
poi fra le altre date, 16 febbraio Bologna, 27 Verona, 1 e 2 marzo Treviso,
chiusura a Milano con probabile raddoppio dell'appuntamento) per poi affrontare
Austria, Olanda, Germania, Francia. Tornerà in Italia quest'estate per
poi girare per i rock festival europei rima di andare nelle House of blues
americane e quindi per la prima volta Australia e Giappone.
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