CAMPUS
WEB - Ottobre 2001
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Eccolo qui, in un'oretta lo si battezza: per noi la vita di Shake, l'ultimo cd di Zucchero, inizia proprio adesso, da quella voce in dialetto emiliano che da la carica all'iniziale Sento le campane. In realtà, proprio mentre partono i primi accordi, l'album compie già un anno: Zucchero ha iniziato a scrivere le musiche a settembre del Duemila, rilassato e carico dopo una vacanza dall'altra parte del mondo. Lentamente, le ha assemblate, ha fatto e disfatto le valigie per correre a registrare i brani negli Stati Uniti, si è seduto dietro al mixer, ha vissuto, tremato, sperato per quell'oggettino di plastica appena arrivato nei negozi. È il carrozzone della musica, direte: ma forse viaggiando a rtroso, da oggi fino all'autunno dello scorso anno, lo si capisce meglio o, almeno, si può dare un senso diverso alle canzoni. "Le ho scritte con difficoltà", spiega Zucchero, 45 anni appena compiuti, impiegando più tempo del solito. Il clima freddo, invernale è quello | che i stuzzica, che mi ispira: entro febbraio avevo pronte
una trentina di canzoni, alla fine ne ho scelte 11". Le altre sono
rimaste nei cassetti della Lunisiana soul (fusione di Lunigiana e Louisiana),
la tenuta vicino a Pontremoli dove da anni nasce la sua musica. Da li sono
passati anche tutti i collaboratori, i produttori, i tanti musicisti che
alla fine si ritrovano nelle note di copertina. Perché non ci sono
solo la stesura delle partiture o dei testi, le registrazioni e le fasi
finali del missaggio: per un album ben riuscito sono fondamentali "gli incontri, i colloqui, le parole e le battute necessarie per stabilire il feeling con tutto lo staff. Spesso sono amici, talvolta professionisti scelti per l'occasione". In tutto, nel progetto sono state coinvolte una cinquantina di persone, alcune delle quali hanno lavorato solo a fasi alterne, mentre altre lo hanno seguito passo dopo passo", dice Marina Testori che di Sugar è l'addetta stampa da alcuni anni. |
![]() Perché dietro a ogni boom cantante lavorano i migliori professionisti della musica. Quelli che nascono sui banchi di scuola |
Mentre lei, a Milano in primavera, teneva d'occhio l'allestimento della copeertina e preparava la promozione, Zucchero gironzolava per gli Stati Uniti con la lista definitiva delle canzoni e i primi impegni. Si è dato appuntamento con Corrado Rustici, suo produttore storico, ai Record plant di Sausalito, posticino niente male al sole californiano, studio di registrazione da dove sono passati, tra l'altro, i Metallica, i an Halen e persino Santana. "Qui è nata l'idea di contattare John Lee Hooker, visto che il proprietario è amico del suo chitarrista, Roy Rogers". Zucchero e Rustici hanno scelto la canzone giusta da proporre (Alì d'oro), poi il biglietto aereo per Tupelo: "È stato un fine settimana fantastico, lo abbiamo incontrato tra la sua gente, siamo stati con il fiato sospeso a sentire quella voce profonda". Intanto, in Italia si pianificano cifre e date: 300 mila copie la tiratura iniziale, pubblicazione il 14 settembre in Italia, il 17 in Europa, per gli Stati Uniti e il Giappone è probabile dicembre, tournée mondiale in partenza a febbraio. In tutto, un'operazione da | due anni complessivi. "Più o meno nella media, anche se per l'album Blue Sugar siamo stati in ballo a occhio e croce pere tre anni", dice la Testori. Tempi, tutto sommato, normali. L'album di Peter Gabriel (titolo provvisorio: Up), tra pause e rinvii, è in ballo da quasi quattro anni, mentre i Def Leppard (rockettari inglesi di grande successo negli Ottanta) impiegarono addirittura un lustro a completare Hysteria, che poi vendette 10 milioni di copie ma ripagò a stento le spese. A proposito: i costi di Shake? Ovvio: nessun li rivela e, forse non sono ancora neppure quantificabili. "Ma rientrano comunque nell'ordine dei miliardi di lire, visti l'affitto degli studi americani, il pagamento dei turnisti di studio (alcuni dei quali, come James Thompson, Polo Jones e David Sancius, molto conosiuti e quindi cari) e la campagna pubblicitaria". Una cifretta, comunque, se paragonata al nuovo cd di Michael Jackson, Invincible, il cui conto superà i 30 milioni di dollari. Intanto, tra Italia e Stati Uniti, Zucchero prosegue le registrazioni. Dice: "Sono andato io a cercare i musicisti nei posti dove suonano di solito; era più economico e anche più utile, perchè ciascuno di noi rende meglio nel suo ambiente naturale". | NON SOLO CANTANTI:
L'ALTRA FACCIA DEL MONDO DISCOGRAFICO - di erika ferrati Dal tecnico audio al direttore di produzione, dal back catalog manager al recording administrator: sono molte le figure che ruotano altrono allo show biz della musica. Professionisti sempre pià specializzati, come confermano gli addetti al lavori. "Al direttore artistico", spiega Tony Silvestri della Wea, "è richiesta una solida base di marketing e una buona conoscenza del repertorlo". Il tecnico audio, invece, "è una sorta di interfaccia tra l'artista e la sala-macchine che serve a realizzare la sua idea", interviene Luca Bignardi dallo studio di registrazione Fonoprint. E se fino a qualhe anno fa per iniziare bastava la passione, ora i professionisti della musica si formano sui banchi di scuola. Non a caso l'Università Cattolica di Milano ha Istituito il master in Comunicazione musicale per la discografia e nuovi media (www. unicatt.it/masteruniversitario). Il comune di Modena, il centro musica e la Regione organizzano il corso Rockimpresa finalizzato a promuovere l'imprenditoria giovanile (www.rockimpresa.com). Lo studio Fonoprint organizza corsi per sound engineer, computer music ed editing digitale (www.musicanews.com/fonoprint). Per diventare direttore di produzione è indispensabile collegarsi a www.assoprod.it, il sito dell'associazione di categoria: qui trovate informazioni sui corsi e sulla professione. |
Quindi: San Francisco per Ahum e Rossa mela della sera (testi di Pasquale Panella), Baila (sexy thing) a Sausalito, Scintille agli Umbi studios vicino a Rovigo, Shake a Napa Valley. "Là", ricorda Zucchero, "sono rimasto un mese per le preproduzione: sono i momenti di maggior tensione perché l'album ha già una sua forma delineata e basta un niente per rovinare tutto". Alla fine di marzo, quasi all'improvviso, John Lee Hooker si presenta a Sausalito in limousine e per mezza giornata ricama dietro al microfono: "Due mese dopo è morto, non ci potevo credere", dice Zucchero. Il brano Tobia invece, è stato ultimato ad aprile. "Sul delta del Po dopo lunghe chiacchierate con Francesco De Gregori, che ha scritto il testo". A fine giugno, infine, le canzoni erano tutte pronte, il master era stato completato e solo i | grafici dovevano ritoccare l'artwork di copertina. Insomma, un tourbillon. Con un piccolo retroscena: il titolo del cd. "Avrebbe dovuto essere Mojo, piaceva a tutti e fino all'ultimo ci aveva convinto", spiega l'addetto stampa. "Poi", aggiunge Zucchero, "abbiamo capito che è una parola di difficile comprensione e non avrebbe funzionato sul mercato italiano". Dove Zucchero è una delle colonne che tiene in piedi, anche economicamente, il fatturato della sua casa discografica: 14 millioni di copie vendute in carriera, uno e mezzo solo per Blue Sugar. E per Shake? "Non me ne frega quasi nulla", dice, "perché sono soltanto un musicista. Da ragazzo volevo fare il veterinario e non ho mai azzeccato un conto nella mia vita, figurarsi le previsioni di vendita". Vedremo tra due anni. | VIDEOCLIP sugar
chiama godley, il mito - ma è subito flop di domenico liggeri Il risultato è un video di routine, eppure Zucchero aveva puntato molto in alto per la realizzazione del clip di Baila, tanto da chiamare a dirigerlo un'autentica legenda internazionale del settore. Il britannico Kevin Godley. Uno dei padri del genere, dopo una carriera iniziata nel'79 in coppia con Lol Creme e circa un centinaio di clip firmati per artisti di fama, dai Police ai Duran Duran, da Elton John ai Beatles, passando per U2 e Blur. Ineccepibile dunque la scelta dello staff di Zucchero di affidare a Godley la traduzione in immagini del suo gran rientro discografico, ma il regista non si direbbe aver ripagato in pieno l'ambizione del progetto. Godley ha contribuito a creare alcuni |
codici estetici del clip commerciale, adottando come cifra quella delle eleganti ricostruzioni in studio di stati omirici del musicista. Ma quello che era rivoluzionario ventìanni fa, oggi può apparinre stantio. Certo, Zucchero catato in un villaggio esotico in mezzo a riti voodoo sembra starci | bene, ma coreografie e performance dei musicisti rientrano nello standard oggi garantito da tanti tecnici della regia pubblicitaria, come purtroppo è ormai diventato Godley, malgrado il suo passato da artista puro - anche musicista con i 10cc, giù studente d'arte nei college di | Manchester e Stoke on Trent - e di sfrenato sperimentatore di nuove tecnologie. Eppure questo è uno del migliori video di Zucchero, un tradizionalista della videomusica che ha sempre preferito che le sue canzoni venissero illustrate piuttosto che reinterpretate visivamente. |
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